Il calcio italiano scende in campo unito per la pace. È questo il messaggio che la Federazione Italiana Giuoco Calcio vuole inviare in un momento così complesso per gli equilibri internazionali, decidendo di posticipare di 5 minuti il calcio d’inizio di tutte le partite ufficiali in programma nel fine settimana. Senza distinzione, professionisti e dilettanti, si uniranno in un’unica testimonianza di pace, sensibilizzando appassionati e tifosi sul rispetto della vita umana e sulla necessità di trovare una soluzione diplomatica alla crisi in Ucraina.
“I valori universali dello sport ci impongono una riflessione – dichiara il presidente della FIGC Gabriele Gravina – non vogliamo girarci dall’altra parte. Interpretando un sentimento diffuso nell’opinione pubblica italiana, che attraversa in modo trasversale anche il nostro mondo, vogliamo mandare un messaggio chiaro: il movimento calcistico nazionale è sensibile e molto preoccupato per quello che sta accadendo in queste ore, lo sport non fa politica ma reclama a gran voce la pace”.
IL COMUNICATO DEL C.R. MARCHE
A tal proposito quindi, ecco la nota divulgata alle società all’interno del comunicato ufficiale n. 164 del Comitato Regionale Marche: “Si comunica che il Presidente Federale, al fine di porre la dovuta attenzione alla grave situazione umanitaria in corso in Ucraina e ritenendo necessario inviare un unanime messaggio di pace, ha disposto di ritardare di cinque minuti l’inizio delle gare di tutte le competizioni in programma nel fine settimana.
Si invitano le Società, laddove possibile, a voler trasmettere all’interno dell’impianto sportivo, in concomitanza con i cinque minuti di ingresso posticipato in campo, il seguente messaggio:
“Il calcio italiano unito scende in campo per la pace. La guerra non è la soluzione per risolvere i dissidi. Il posticipo del calcio d’inizio delle gare in programma questo fine settimana rappresenta un segnale concreto di grande preoccupazione per la crisi in corso e di forte sensibilizzazione per promuovere ul dialogo in Ucraina. Il calcio non fa politica, ma reclama a gran voce la pace!”
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